Datemi una mano …
Daeme ‘na man …Daeme ûn tòcco de çê, |
una finestra che respiri aria pulita, un prato verde dove correrci … una barca d’argento che vada sul mare. Voglio uscire presto da questo delirio, dal fondo nel quale sono caduto … dalle mani viscide di chi mi tiene per farmi sognare una manciata di soldi. Sporchi, maledetti, infami soldi che rendono gli uomini più vili dei rettili, più cattivi di tante bestie feroci che non conoscono nemmeno il dolore di una madre. Una bustina, un cucchiaio, una candela la tua solitudine più nera del nero, un buco, un posto per nascondersi dagli occhi del mondo che non vuole sapere. Poi una siringa, un laccio, una puntura … e tutto diverta chiaro, splendente di sole ma dopo che pena, che spina, che tormento nessuno che ti porga in silenzio una mano. Voglio finirla di infilarmi inutili favole nel mio sangue sempre più gramo … vedo già lontano una luce che si spegne … mi aspetta solo una notte buia. |
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