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“La Scuola incontra la Chiesa Romanica”

Raccolta di testi redatti dai ragazzi delle scuole elementari di Uscio

Lavoro interdisciplinare dei ragazzi di classe quarta, anno scolastico 97-98.


La striscia del tempo della storia della chiesa

XI-XII sec. Viene costruita la chiesa romanica di Uscio

XIII sec. La chiesa non subisce cambiamenti, infatti non ci sono inserimenti gotici

XIV sec. Non subisce cambiamenti, non ci sono inserimenti rinascimentali. Unica eccezione un ciborio in marmo

XV-XVI-XVII sec. Non subisce cambiamenti

XVIII sec. La chiesa viene completamente rinnovata secondo lo stile barocco. Sfondamento abside romanica e creazione del presbiterio, la pietra a vista viene completamente intonacata

XIX sec. Si apre la strada che va da Uscio a Recco . Si vuole abbattere la chiesa per costruirne una nuova.

16 Giugno 1895: si inaugura la chiesa nuova, costruita a fianco di quella romanica. E’ un edificio imponente:bianco, di stile neoclassico. Per gli usciesi rimarrà sempre “il mostro”

XX sec. 1954 inizia il restauro per riportare la chiesa allo stile romanico.


I materiali da costruzione

L’antica chiesa romanica sembra essere stata innalzata dopo il Mille sui resti di una costruzione di cui rimangono alcune murature. Nel 1954 furono effettuati lavori di restauro a partire dal tetto, di cui vennero demolite le volte in canniccio e ripristinate le travature a vista, in legno. La chiesa poggia su un muro in pietra locale, di contenimento del terrapieno su cui è costruita . Il muro della facciata è costruito in pietre quadre locali. Nel frontone, in facciata, si notano le tracce di archetti incisi su pietra ardesiaca, disposti a scala. L’abside maggiore è stata ricostruita sulle tracce dell’originaria. Anche il muro della navata è stato costruito in pietra quadra da taglio. Le colonne tozze con plinto quadrato e base rotonda, sono formate da blocchi monolitici in ardesia locale, con capitelli sfero - cubici, sempre in pietra originaria. Il pavimento, ricostruito su un battuto di cemento ricoprente l’antica pavimentazione originaria, è in lastre d’ardesia “ lavagna” 40 per 40. La porta della facciata, ripristinata nelle sue forme originarie, evidenzia una lunetta di ardesia traforata, in soluzione moderna con disegno, con fori a trapano a croce latina. Il campanile, impostato sulla parete, è crollato più volte, ma ha conservato il suo tratto originario in conci di pietra sino all’altezza della navata, proseguendo, poi, verso l’alto, in cotto ben lavorato sino alla cella campanaria, conservata nelle sue forme barocche originarie. La copertura a cuspide del campanile, è lavorata a corsi di “lavagna” loricati con intermezzo di due corsi di abbadini rettangolari.

Visita alla Chiesa romanica di Uscio

La chiesa si presenta con la sua facciata a capanna e dall’esterno si vede il tetto a spiovente. Le finestre sono tipiche monofore romaniche, prima erano fatte a lunetta perché la chiesa era stata restaurata allo stile Barocco, mentre nella seconda metà del novecento è stata riportata all’originale stile Romanico. Se si osserva con attenzione si può notare che il restauro della porta e delle monofore è stato eseguito con una pietra diversa. Sopra la porta, osservando bene ci sono degli archetti pensili, che sono stati fatti dai MAESTRI COMACINI, questi archetti sono un elemento caratterizzante di questi architetti e costruttori che venivano, appunto, da Como. Sopra la porta c’è una croce latina ed una sigla “I H S” che significa “ Iesus Hominum Salvator” ovvero “Gesù salvatore degli uomini” ( come ci ha spiegato il nostro parroco Don Arturo ). Inserito nel corpo della chiesa c’è il CAMPANILE, è fatto in tre pietre diverse, perché tanto tempo fa dicono che sia caduto ben due volte, quindi l’ultima parte è stata realizzata con mattoni più leggeri. Salendo verso l’alto si può notare che la prima parte è di pietra, la seconda è in mattoni rossi e la terza è stata lasciata in stile barocco.

Micol B. e Luigi T.

Entrando si possono vedere le navate una in mezzo, molto larga, e le altre due laterali strette. Si notino anche le colonne con capitello sfero-cubico, esse sono fatte in pietra locale, con il plinto quadrato e sopra la base rotonda. Guardando in alto si vede il tetto in legno a capriate, con armatura in ferro per sostenere la chiesa che tende a cadere verso valle (vedi ipotesi di crolli del campanile). I muri sono fatti sempre con pietra locale, entrando a sinistra si vedono dei resti di un affresco fatto in stile Barocco e pare che rappresenti il battesimo di Gesù. Lo stesso tema si può vedere rappresentato in statua sul battistero. Scolpite su di esso ci sono le iniziali di questa frase in latino “ BAPTISTERIUM FACTUM FUIT TEMPORE ARCHIPRESBITERI FELICI GUGLIELMI MASSARIORUM ANTONII R. LUCIS ET T.”

Serena G. e Giulia T.

L’altare è stato rifatto nel 1954 circa , insieme all’abside, nell’originale forma a mensa propria dello stile Romanico, esso è stato ricostruito con pietre diverse ed anche messe in modo dissimile dalle altre due absidi minori ( proprio per sottolineare il restauro).Gli angeli di marmo che ora sono nel leggio , prima erano in facciata. In sacrestia possiamo vedere l’abside preesistente in stile Barocco. Che è molto più grande rispetto all’attuale abside riportata all’originale struttura romanica .

Federico C. e Stefano C.

Alla sinistra dell’entrata c’è una statua di legno policromo ( di tanti colori) del X secolo, probabilmente di scuola toscana. Alla destra dell’entrata un’acquasantiera con su scritto “ Lavamini mundi estote” ( Lavatevi per essere puri ) , la frase è tratta dal capitolo primo di Isaia. In sacrestia c’è un quadro rappresentante S. Ambrogio e Teodosio, quest’ultimo sta facendo atto di penitenza per aver causato la morte di molti pagani. Infatti Teodosio aveva emanato una legge “l’Editto di Teodosio” dove si ordinava che, nell’impero tutti dovevano professare la religione cristiana. Il quadro vuole anche simboleggiare l’atto di prostrazione del potere temporale ( impero ) verso il potere spirituale ( vescovo), si vede infatti Teodosio che deposita la corona ai piedi di S. Ambrogio. Il quadro era prima situato in facciata, quando la chiesa era allo stile Barocco. Alla sinistra dell’altare ci sono le statue di S. Pietro ( con le chiavi del paradiso perché è il guardiano del cielo e la bibbia in mano) e S. Paolo ( con la spada perché era un soldato romano).

Fabrizio M. e Kevin O.

Il battistero ha davanti una tomba dove c’è scritta un’iscrizione in latino:

“ IO BAPTAE CASABONA IMMATURE EREPTO IN COELUM FRANCUS M.Q. LAURENTII ET IULIA TURBINA Q. IO. BAPTAE PARENTES R. LAURENTIUS ET MICHAEL FRATRES EORQUE HAEREDIBUS ET SUCCESSORIBUS LUGENTES POSUERE ANNO 1776 - 26- 7BRIS”
La tomba apparteneva ad un certo Giovanni Battista Casabona , prematuramente portato in cielo, i cui parenti, eredi e successori piangenti ( lugentes) posero nell’anno 1776 , il 26 di settembre. Durante il restauro del 1954 è stato trovato un tunnel sotterraneo dove hanno trovato dei resti umani (probabilmente si trattava di una cripta), purtroppo la fretta nell’esecuzione dei lavori ha fatto sì che fosse buttata sopra questo reperto importantissimo una colata di cemento che ha impedito il compiersi di ulteriori ricerche.

Chiara B. e Alberto G.

Nei tempi passati, infatti, non c’erano cimiteri e le persone venivano sepolte sotto il pavimento delle chiese. I sacerdoti venivano seppelliti vicino all’altere, gli uomini dietro ai sacerdoti , le donne dopo gli uomini ed i bambini più in fondo vicino alla porta. Pare che fosse stato Napoleone ad ordinare che venissero costruiti cimiteri esterni alle chiese per motivi igienici.

Federico C. e Giovanni M.

Sulla seconda colonna a sinistra è disegnato un omino buffo, quello è l'orante. Messo con le braccia aperte sembra che preghi i morti. Infatti pare che l'orante indichi una porticina che in antichità portava ad un cimitero. L'autore dell'orante ci è ignoto. Un professore che studiava gli oranti ha detto che la pietra su cui è disegnato proviene da templi pagani non ancora cristianizzati. Nella pietra dove è disegnato l'orante c'è un altro segno che non conosciamo-(una forca?-un fiore?)

Elena T. e Vanessa C.

Entrando , nella navata sinistra, c’è un muro vecchio, quando è stato costruito questo non si sa. Il muro viene chiamato “ La fede degli avi”. Ci sono tre ipotesi sulla sua costruzione: - forse prima della chiesa sorgeva sul posto un tempio pagano (vedi anche ipotesi orante) - forse c’era un’abitazione - forse c’era un’altra chiesa prima di quella romanica. Il muro è stato lasciato come testimonianza.

Andres G. Miranda e Davide S.


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